

La nostra storia
Visita la pagina “Museo Pagani” per vedere tutto il materiale d’epoca
relativo al nostro stabilimento e ai nostri prodotti di un tempo!
Dagli Anni Venti alla Seconda Guerra Mondiale
La storia della Pagani comincia negli anni Venti, quando Arturo Pagani viene convinto dal padre Enrico, panettiere a Monza, ad avviare una propria attività nel mondo della pasta a Vimercate, sfruttando il fatto che il locale Pastificio Paraboni sta attraversando un periodo di difficoltà ed è prossimo alla chiusura. Arturo fonda in Via Luigi Ponti 4 il suo pastificio, che riscuote un buon successo. Tuttavia, nel 1937 decide di vendere la società, la quale viene acquistata prima dall’intermediario Angelo Mussi, poi, due anni più tardi, dalla famiglia svizzera Carisch (attiva nel settore dell’editoria musicale), che lo rinomina in “Pastificio di Vimercate”, infine dai fratelli Corno, già gestori della pesa pubblica di Vimercate.
Arturo continua comunque a lavorare nel pastificio, ma il sorgere di alcuni problemi legali con le nuove proprietà (che sfoceranno in una causa che si protrarrà per molti anni), lo spinge a fondare una sua nuova società nell’agosto 1943 con il nome di “Pastificio Vimercatese di Pagani Arturo”, sempre con sede a Vimercate in Via Luigi Ponti 4.
Il Secondo Dopoguerra
Il 2 novembre 1947 Arturo Pagani muore prematuramente, lasciando sua moglie Anna Rossi detta Mina e i suoi due giovani figli, Enrico e Gianfranco. La società viene continuata in forma individuale da Mina con il nome “Pastificio Vimercatese – Gestione Pagani”. Nel corso del 1949 la società assume il nome di “Pastificio Pagani” e si trasferisce tra la centrale Via Vittorio Emanuele e Piazza Marconi.
Vedova, con due ragazzi a carico e con una complessa situazione familiare e lavorativa da gestire, Mina Pagani, che ha origini abruzzesi, si presenta alla famiglia De Cecco, il cui pastificio di Fara San Martino è stato distrutto dai bombardamenti della guerra: investe tutti i suoi risparmi nell’acquisto di un camion di pasta che – sfruttando le conoscenze tra gli storici clienti del pastificio – riesce a rivendere in poco tempo al Nord Italia, dove De Cecco non è ancora un marchio conosciuto e distribuito; sa in tal mondo anticipare i cambiamenti del mercato, cogliendo la crescente voglia dei consumatori di pasta di qualità, dopo la fine della “pasta delle tessere” del periodo di razionamento. Inizia una collaborazione che dura oltre trent’anni, durante i quali la famiglia Pagani è la distributrice esclusiva della pasta De Cecco in tutto il Nord Italia. I figli – prima Gianfranco sin dal 1947 e poi, ultimati gli studi, anche Enrico – aiutano la madre nella conduzione aziendale.
Dopo poco tempo, poiché il consumo di pasta è ormai diventato una consuetudine in tutte le classi sociali, la famiglia Pagani decide di compiere un salto di qualità e allargare l’offerta aziendale, affiancando alla distribuzione commerciale dei prodotti De Cecco la produzione di tortellini e ravioli, grazie all’investimento nell’acquisto di una nuova rivoluzionaria macchina che ne consente la produzione automatizzata. La scelta cade sui tortellini per la volontà di offrire un prodotto nuovo, più complesso rispetto alla pasta normale per la presenza del ripieno, ma al contempo con una grande tradizione alle spalle, pur se non tipicamente brianzola; la visione imprenditoriale è di portarlo fra la gente, renderlo accessibile a tutti, ovunque e in qualunque momento dell’anno.
Gli Anni Cinquanta e Sessanta
Nel 1955 i fratelli Enrico e Gianfranco, ormai maggiorenni, subentrano formalmente nella gestione della società, che viene ridenominata in “Industrie Alimentari Pagani”.
Cercando di trovare una soluzione per minimizzare la quantità di merce invenduta, la Pagani migliora il processo di produzione della pasta ripiena: l’azienda è la prima a produrre tortellini e ravioli essiccati, grazie ad un particolare pretrattamento termico oggetto anche di brevetto che, riducendo l’umidità e senza l’impiego di conservanti, permette ai tortellini di mantenere la loro qualità prima fino a sei e poi fino a dodici mesi. La lunga conservabilità dei prodotti a temperatura ambiente, senza dunque necessità di una “logistica del freddo”, consente alla Pagani di espandere il proprio mercato oltre l’ambito locale.
L’azienda amplia progressivamente la propria offerta: oltre alla pasta ripiena, produce infatti anche gnocchi, una linea di gastronomia (che comprende insalate russe, involtini, paté e maionese), grissini, preparati per pizza e una linea di prodotti da forno quali pancarré, fette biscottate, pandorini e chiacchiere. La politica commerciale è dunque strutturata in due “rami”: da un lato, i prodotti freschi sono venduti in ambito regionale a piccoli negozianti o grossisti con politiche di “tentata vendita”; dall’altro lato, la commercializzazione dei prodotti a lunga conservazione e della pasta De Cecco avviene “a copia commissione”, cioè con la raccolta di ordini cui fa seguito la consegna della merce nei giorni successivi.
Gli Anni Settanta e Ottanta
Nel 1967 le Industrie Alimentari Pagani si strutturano come società in nome collettivo ed assumono la denominazione “Pagani Industrie Alimentari di Enrico e Gianfranco Pagani s.n.c.”. Enrico e Gianfranco Pagani iniziano la costruzione di un nuovo moderno stabilimento, dove l’azienda si trasferisce due anni più tardi e dove ancora oggi si trova, sulla strada provinciale che collega Vimercate ad Arcore e che viene comunemente chiamata proprio “il Pagani”.
Il marchio Pagani diviene sempre più noto, anche grazie a una politica di comunicazione di marketing alquanto ambiziosa: è infatti pubblicizzato in televisione, nei cinema e sulle radio locali, e l’azienda propone operazioni promozionali (sconti, 3×2 ecc.) e concorsi a premi (viaggi, orologi ecc.) rivolti al dettagliante.
Gli anni Settanta – periodo difficile segnato da una forte inflazione – vedono la sempre più marcata affermazione delle prime catene nazionali di supermercati: a fronte della rapida chiusura dei dettaglianti, la Pagani modifica conseguentemente la propria politica commerciale, riducendo progressivamente il peso dei prodotti freschi a favore dei propri prodotti a lunga conservazione e del marchio De Cecco. Nel 1976 la società si trasforma in società per azioni e assume la denominazione ancora in uso oggi, “Pagani Industrie Alimentari S.p.A.”.
All’inizio degli anni Ottanta il Pastificio De Cecco si è ormai pienamente affermato sul mercato: la partnership si risolve consensualmente, mantenendo ottimi rapporti tra le parti, e contestualmente l’azienda decide di concentrarsi solo sulla pasta ripiena a lunga conservazione, interrompendo la produzione dei prodotti freschi e di gastronomia.
Tortellini e ravioli vengono venduti sul mercato grazie a una rete commerciale di agenti e rappresentanti che si rivolgono ai supermercati. L’azienda inizia ad orientarsi maggiormente anche verso il settore del food service e, a partire dagli anni Novanta, anche verso i discount, nuovo canale di vendita per l’Italia, con politiche commerciali espressamente formulate.
Dagli Anni Novanta ad oggi
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, Enrico e Gianfranco sono affiancati dai figli di Gianfranco, Paolo e Alessandro Pagani – la terza generazione –, e l’azienda aumenta considerevolmente i volumi di produzione e le dimensioni del mercato di sbocco, soprattutto consolidando la sua presenza sul mercato estero.
Nel 2009-2010 lo storico stabilimento di Vimercate viene ampliato, raddoppiandone la superficie.
Oggi la terza generazione è affiancata dalla quarta, rappresentata dai cugini Luca, Isabella e Pier Pagani. La Pagani prosegue la politica di sostegno del proprio marchio e al contempo produce in gran parte anche conto terzi, ossia per altre imprese alimentari e per numerose private labels della grande distribuzione. L’azienda dà lavoro ad una cinquantina di dipendenti. Il fatturato, costantemente cresciuto negli anni, si attesta ormai oltre ai 20 milioni di euro; dal punto di vista della ripartizione territoriale, circa il 75% è realizzato con esportazioni: l’azienda contribuisce in tal modo a portare nel mondo l’eccellenza della tradizione gastronomica italiana, promuovendo il Made in Italy. Nel 2024 i marchi “Pagani” e “Gran Menù” sono riconosciuti “marchi storici di interesse nazionale” dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’azienda, pur affermata e ben strutturata, è rimasta fieramente legata alla dimensione della proprietà familiare, mantenendo un’identità autentica nonostante la crescita globale.